prestiti e finanziamenti a disoccupati
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Scopri i migliori prestiti e finanziamenti a disoccupati del 2024

Prestiti per disoccupati come ottenerli e chi li concede

Per concedere un prestito banche e società finanziarie solitamente pretendono dal richiedente la presenza di un reddito. Condizione che rende la strada per l’accesso al credito particolarmente impervia per i disoccupati. Questo però non significa che nel nostro mercato non si possano trovare siano prestiti e finanziamenti a disoccupati.

Con la crisi economica e la crescente disoccupazione infatti stanno fiorendo le offerte di prestiti e finanziamenti a disoccupati. Banche e società finanziarie hanno messo a punto prodotti che consentono l’accesso al credito anche a chi non può vantare un reddito da lavoro.

Allo stesso tempo però troviamo anche finanziamenti a condizioni agevolate, in alcuni casi anche a fondo perduto, che mirano ad incentivare l’avvio di attività imprenditoriali da parte di disoccupati. Prodotti che solitamente sono concessi dall’Unione Europea o da enti statali o locali.

Riassumendo quindi analizzando l’offerta di prestiti e finanziamenti a disoccupati presenti nel nostro Paese troviamo da un lato l’offerta di banche e finanziarie, dall’altro quelli proposti dagli enti pubblici. Ma vediamo quali sono le soluzioni di credito per disoccupati più interessanti del momento, iniziando dai finanziamenti per l’avvio di imprese e attività di autoimpiego.

Prestiti per giovani: nuovi finanziamenti agevolati per il sud Italia

Finanziamenti per disoccupati 2024

La prima offerta che andiamo a prendere in esame tra quelle di prestiti e finanziamenti a disoccupati 2024 riguarda i ragazzi del Sud Italia. Allo scopo di incentivare la crescita economica nelle regioni meridionali e porre un freno alla disoccupazione giovanile, il Governo ha introdotto una nuova misura.

Il 20 giugno è stato infatti approvato il decreto legge n. 91/2024, entrato in vigore il 21 giugno. Provvedimento che introduce delle disposizioni urgenti relative allo sviluppo economico nel Mezzogiorno. Nello specifico, il decreto, battezzato “Resto al sud”, vuole incentivare la creazione di nuove attività imprenditoriali.

Come funziona Resto al sud

I beneficiari della nuova misura sono i giovani meridionali con età compresa tra 18 e 35 anni che desiderano avviare un’attività propria ma non hanno i mezzi necessari. Per loro è prevista una dotazione di 40 mila euro, che andranno a coprire l’intero investimento necessario per avviare l’impresa e il capitale circolante. Il 35% della dotazione è a fondo perduto.

Per essere ammessi al beneficio, i richiedenti devono risultare residenti in una delle seguenti regioni:

  • Abruzzo;
  • Basilicata;
  • Calabria;
  • Campania;
  • Molise;
  • Puglia;
  • Sardegna;
  • Sicilia.

Non solo. I richiedenti non devono aver beneficiato nell’ultimo triennio di altre misure a livello nazionale volte a favorire l’avvio di attività imprenditoriali.

Per quanto riguarda le attività finanziabili, sono ammesse al progetto Resto al sud solo le imprese che si occupano della produzione di beni nei settori dell’artigianato, dell’industria, dell’agricoltura e della fornitura di servizi.

Dobbiamo tuttavia ricordare che sono escluse dalle spese finanziabili quelle relative alla progettazione e al personale. Una scelta fatta al fine di non alimentare né i mercati delle consulenze né gli eventuali comportamenti opportunistici.

È prevista invece la possibilità per i giovani di beneficiare di azioni di accompagnamento da parte di enti pubblici e privati, a condizione che si tratti però di soggetti opportunamente accreditati. Sostegno che però è previsto solo nel corso delle fasi di sviluppo del progetto.

Per quanto riguarda il rimborso del capitale erogato, per la parte che non è a fondo perduto (ossia il 65%) non è prevista l’applicazione di alcun interesse. Si tratta quindi di un finanziamento a tasso zero.

Le risorse economiche necessarie per avviare l’impresa sono erogate attraverso il sistema bancario. I beneficiari di Resto al sud usufruiscono inoltre di una garanzia pubblica, grazie alla quale le risorse vengono concesse anche se il beneficiario del finanziamento non ha alcuna garanzia da presentare.

Il Prestito della Speranza

Nel novero dei migliori prestiti e finanziamenti a disoccupati attivi nel 2024, troviamo anche il Prestito della Speranza. Si tratta di un particolare prestito, nato dalla collaborazione tra la Conferenza Episcopale Italiana e l’Associazione Bancaria Italiana. È un prodotto destinata alle famiglie e alle microimprese che si trovano in difficoltà economiche.

In sostanza si tratta di un fondo di garanzia che mira a consentire l’accesso al credito a chi ha problemi nell’ottenere un finanziamento. Possono accedere al Prestito della Speranza anche quanti alla ricerca di finanziamenti per i titolari di Partita Iva.

Questo perché l’iniziativa mira, tra le altre cose, ad incentivare le piccole attività imprenditoriali. Il beneficio è riferito sia alle imprese già attive, che necessitano di risorse per ripartire, che a quelle che devono ancora essere avviate.

In entrambi i casi, in sede di domanda è necessario presentare un business plan che illustri il progetto, nonché risultare in regola con il fisco e il pagamento dei contributi.

Gli importi finanziabili

Per quanto riguarda le somme erogabili, il Prestito della Speranza consente di ottenere somme a condizioni agevolate. Tuttavia gli importi variano a seconda di chi presenta la richiesta. Sono infatti previsti fino a 7.500 euro se a richiedere il finanziamento è una persona fisica. Mentre per le microimprese sono previsti somme fino a 25 mila euro.

Il finanziamento può estendersi al massimo per 6 anni, di cui un periodo di 12 mesi di preammortamento. Quanti desiderano ottenere prestiti e finanziamenti a disoccupati erogati dalla Conferenza Episcopale devono presentare domanda presso un ufficio Caritas.

Per i finanziamenti richiesti dalle persone fisiche è necessario presentare una certificazione ISEE attestante la reale necessità di credito. Sarà necessario anche documentare lo stato di disoccupazione, nonché la presenza di eventuali malattie o disabilità.

Il progetto Selfiemployment di Garanzia Giovani

Nel novero dei prestiti e finanziamenti a disoccupati concessi dagli enti pubblici troviamo anche i finanziamenti erogati nell’ambito del progetto SELFIEmployment. Si tratta di un’opportunità che consente ai giovani disoccupati di mettere in campo le proprie idee di business, al fine di avviare imprese di piccole dimensioni.

I beneficiari sono i giovani che hanno un’età compresa tra 18 e 29 anni. quello anagrafico però non è l’unico requisito da rispettare per poter accedere ai prestiti e finanziamenti a disoccupati concessi da Invitalia.

Hanno infatti accesso al credito solo i ragazzi che rientrano nella categoria dei NEET. Soggetti che non lavorano e che non sono impegnati in percorsi di formazione professionale o in corsi di studio.

Ai fini dell’accesso ai prestiti agevolati è necessario anche essere iscritti al programma Garanzia Giovani. Non è invece indispensabile la partecipazione ai corsi di accompagnamento all’autoimprenditorialità.

Il credito viene concesso grazie a un Fondo creato per il Programma Garanzia Giovani e gestito da Invitalia. È quest’ultimo quindi l’ente a cui fare riferimento per ottenere i prestiti agevolati. Ma come funzionano esattamente? Quanto si può ottenere?

Come funzionano i prestiti agevolati Invitalia

I prestiti agevolati Selfiemployment concessi da Invitalia non prevedono l’applicazione di interessi e non richiedono la presenza di alcuna forma di garanzia, né reale né la presenza di un garante.

Il piano di rimborso può estendersi al massimo per 7 anni e le rate hanno cadenza mensile. I pagamenti sono posticipati e hanno inizio dopo sei mesi dalla data di concessione del finanziamento.

Tuttavia è necessario precisare che quanti ottengono i prestiti Selfiemployment devono impegnarsi a realizzare gli investimenti previsti nel giro di 18 mesi. Periodo che si calcola a partire dal perfezionamento del provvedimento di ammissione.

Per quanto riguarda gli importi, questi variano a seconda del progetto di impresa che si desidera finanziare. Si va da un minimo di 5 mila a un massimo di 50 mila euro.

Quanti sono in possesso dei requisiti sopracitati possono presentare la domanda direttamente ad Invitalia, utilizzando la piattaforma online dell’Agenzia. Questa si occuperà di valutare la richiesta e, se approvata, erogare le somme. Non è prevista la formazione di graduatorie.

Ricordiamo che Invitalia si occupa anche di verificare che i beneficiari dei prestiti abbiano effettivamente realizzato i progetti finanziati.

Come ottenere prestiti personali per chi non lavora

Come già accennato, la garanzia più richiesta e soprattutto accettata da banche e finanziarie è rappresentata dalla busta paga. Allo stesso modo, quanti sono in possesso di un reddito dimostrabile possono facilmente accedere a prestiti e finanziamenti. Questo sia che si tratti di lavoratori (dipendenti, autonomi o atipici) che di pensionati.

Appare chiaro quindi quanto sia difficile trovare istituti di credito che erogano prestiti e finanziamenti a disoccupati. Tuttavia se il disoccupato può fornire una garanzia alternativa rispetto allo stipendio, o alla pensione, è possibile ottenere credito senza troppe difficoltà.

Ma quali sono le garanzie accettate per prestiti e finanziamenti a disoccupati? Quella che va per la maggiore è la firma di un garante. Un soggetto, diverso dal beneficiario, che si impegna a farsi carico delle rate del finanziamento in caso di insolvenza da parte del titolare del prestito.

Ovviamente, per ottenere prestiti e finanziamenti a disoccupati con garante è necessario che quest’ultimo possa vantare un reddito da lavoro adeguato. In altre parole, il reddito deve essere sufficiente a garantire il regolare rimborso delle rate di ammortamento del prestito.

Quando è possibile ottenere un prestito con garante

Tuttavia è necessario ricordare che la figura del garante è chiamata a intervenire nel rimborso delle rate solo in caso di eventi straordinari. In altre parole, il garante rimborsa le rate solo se il beneficiario del prestito non è più in grado di farlo da solo.

Quindi nel caso di prestiti e finanziamenti a disoccupati sarà possibile ricorrere a un garante solo se il richiedente dispone comunque di una rendita propria.

Questa può essere rappresentata da un assegno di mantenimento (in caso di coniugi separati) oppure da una piccola rendita mensile derivante da un investimento o da un immobile affittato a terzi. Sono molti gli scenari contemplati dagli istituti di credito.

Nel caso in cui il disoccupato non possa vantare alcun reddito né entrata mensile, la banca rifiuterà quasi certamente la richiesta di prestito con garante. Per quanti si trovano in questa situazione quindi la soluzione più semplice è che sia il garante a richiedere il prestito.

Finanziamento che si configurerà quindi come un tradizionale prestito personale, e dovrebbe quindi comportare tassi di interesse più bassi di quelli previsti per prestiti e finanziamenti a disoccupati.

Prestiti a disoccupati con cambiali

Quanti non hanno un lavoro fisso possono comunque ottenere credito ricorrendo a prestiti e finanziamenti a disoccupati senza garante. Ipotesi in cui vengono proposte soluzioni diverse a seconda del profilo del richiedente.

In alcuni casi la banca sceglie di tutelarsi dal rischio di insolvenza richiedendo la cambializzazione delle rate del prestito. Cosa significa? In pratica, si tratta di sottoscrivere un prestito in cui le rate mensili corrispondono a cambiali.

In questo modo, la banca o finanziaria che eroga il capitale è tutelata anche in caso di insolvenza. Ipotesi in cui potrà richiedere l’immediato pignoramento dei beni del debitore. Il pignoramento avviene in tempi molto brevi, soprattutto se paragonati a quello che sarebbero necessari in caso di inadempimento da parte del beneficiario per un normale prestito personale.

Per quanto riguarda importi e durata, solitamente i prestiti con cambiali non riguardano somme particolarmente alte ma è possibile anche superare i 5 mila euro.

Il piano di rimborso è a rate mensili e può estendersi al massimo per 120 mesi (10 anni). Il tasso è fisso, ma trattandosi di un prodotto concesso in favore di soggetti che non hanno un reddito risulta poco competitivo.

Chi li eroga

A differenza di quanto si potrebbe pensare, le banche e le grandi società finanziare erogano difficilmente prestiti con cambiali. Questi istituti infatti sono specializzati solitamente nella concessione di prodotti di credito al consumo per famiglie e privati. Ad erogare i prestiti con cambiali invece sono le piccole finanziare che operano a livello locale oppure online. Ma facciamo qualche esempio.

Tra le più famose finanziarie che erogano prestiti con cambiali troviamo Easymoney. La finanziaria ha sede a Brescia ma opera in tutto il paese. Molto note anche TeoremaFin e PrestiMarket, che hanno sedi rispettivamente in Veneto e in Toscana. Ricordiamo infine Sefa Finanziamenti, la società opera in tutto il territorio italiano ma ha sedi solo in Piemonte e in Lombardia.